Lo strano percorso

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666abraxas999
view post Posted on 23/11/2009, 22:46




Dirigendosi da Bergen verso Sandnes, aveva sentito parecchie voci riguardanti una strana famiglia del continente europeo, la cosa la intrigava e,dato che non aveva nulla da fare, decise di assecondarle.
Era completamente disarmata e senza lacuna protezione, ma finora non aveva avuto problemi.

Arrivata, le dicerie s'intensificarono ancora di più, incuriosita, provò a fare qualche domanda in giro ma, se presi direttamente, nessuno osava parlarne, risponendo tuttavia con strani segni di scongiuro.

Decise quindi di continuare il suo lungo viaggio arrivando a Kristiansand, fiorente cittadina portuale; lì, s'imbarcò su una nave merci verso la Danimarca.


Approdata sul continente europeo, continuò la sua ricerca arrivando ad Aalborg.
 
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alexspeedct
view post Posted on 24/11/2009, 20:32




SPOILER (click to view)
°pensato° *parlato*

Dopo aver girovagato un bel po' fra mari e monti alla ricerca disperata dell' Edge Master ed esser stato addirittura sequestrato da sconosciuti i quali gli posero domande alquanto oscure e avvolte nel mistero, Samuel sotto indicazione del bambino che lo liberò quel giorno si diresse alla ricerca del vecchio. Mentre si dirigeva verso il luogo indicatogli dal ragazzino, ogni tanto si soffermava a vedere villaggi e magari scambiare qualche chiacchiericcio con alcuni abitanti del luogo. Ampliava la propria cultura personale e si ristorava nel frattempo attraverso i contadini i quali in cambio di favori gli cedevano un letto e un pasto sicuro.
Arrivato alla maestosa città di Aalborg in Danimarca, Samuel quel giorno si soffermava a guardare le imponenti architetture del luogo compiute dai maestri più illustri dell'epoca, che avevano reso splendidamente quello che probabilmente rappresentasse la città e i suoi cittadini, poichè secondo Samuel l'aspetto e il carattere dei cittadini o di una buona parte almeno, veniva indicato a seconda della gestione della città.
In quel luogo così ameno vi era un gradevole clima fresco anche se in realtà si era in un periodo di piena estate, ma a Samuel non dispiaceva anzi, apprezzava totalmente quella lieve brezza rinfrescante dopo lunghe scarpinate per raggiungere il posto. Chissà magari in questo luogo avrebbe incontrato qualcuno che poteva indicarlo dall' Edge Master.

°Sembra essere davvero un bel posticino, chissà che cosa preparino da mangiare dato che è anche l'ora di pranzo. Ho molta fame°

Pensando a ciò mise subito gli occhi su una strana donna che però parve attirare l'attenzione di Samuel e dei passanti.
Una donna abbastanza alta con capelli rosso sgargianti come il fuoco. Da quanto samuel potè notare vide che la donna era abbastanza puntigliosa sugli abbinamenti degli abiti indossandone guanti e cintura del medesimo colore così come le piume del cappello a tesa larga, A spezzare vi erano questo e i pantaloni beige.
Samuel sembro estremamente stranito dalla scelta della donna di quel rosso così intenso.

°Chissà chi è? Mi ha incuriosito il suo modo così diligente di vestire. Debbo conoscerla°

Si incamminò così verso la donna sperando di avere qualche risposta.
 
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666abraxas999
view post Posted on 25/11/2009, 00:08




Doveva ammettere ceh la cittadina non era niente male.
Piena di gente indaffarata e di commercianti che invadevan le strade, il paese era pieno di vita come pochi altri in quel periodo.
Tutto quel vociare, tuttavia, la metteva leggermente a disagio.

"Cos'avran d'andare così di fretta tutti quanti? Non posson prendersi la vita un po' più leggera? Sembra un esercito di formiche, così loro come quasi tutti gli esseri umani..che noia."

L'architettura l'affascinava e, in ogni luogo che visitava, cercava di comprenderne la nascita ed i motivi formali: questa non era nè austera come il romanico, nè iper-dettagliata come il cosidetto gotico, era semplice come richiedeva una cittadina portuale ma leggero ed elegante.

Mentre contemplava i palazzi, s'accorse che qualcuno la seguiva; facendo finta di nulla, imbucò la prima viuzza dispoibile virando improvvisamente a destra.

Appena arrivato, le si parò davanti.

"Hey, ragazzino, cosa credi di fare?" disse con un piccolo sorrisetto; lo sguadrò dalla testa ai piedi: era un'uometto dall'aspetto longilineo, con i capi sul marroncino e i capelli di un formidabile biondo platino..la cosa che più la lasciava perplessa era qulla stella sulla fronte, di solito, la gente non era solita farsi simili tatuaggi, doveva appartenere a qualche setta o simila, doveva stare all'erta.

Comunque sia, i fondi stavan incominciando a scarseggiare, quindi non le sarebbe dispiaciuto farsi offrire qualcosa dal quel bell'imbusto, oltrettutto era pure mezzo decente...

"Vediam cosa posso ricavare da questo pollacchio."

D'ora in poi avrebbe cercato di comportarsi in modo gentile, come una normale ragazza.


SPOILER (click to view)
"Parlato"

"Pensato"
 
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alexspeedct
view post Posted on 3/12/2009, 21:33




"Hey, ragazzino, cosa credi di fare?"
Era così che aveva risposto la donna al povero Samuel, che quando venne fermato dalla donna fu preso di soprassalto.

“Chi io?”


Il giovine chiese ironicamente e nel frattempo storceva lo sguardo

“Stavo solo passando di qui per caso per recarmi alla bettola più vicina, sto morendo di una gran fame.”

Mentre diceva ciò si sentiva enormemente osservato dalla donna con un notevole interesse, chissà perchè la donna continuava a fissarlo, in particolar modo notava che il suo interesse era sopratutto sul suo tatuaggio.

°Potrei invitarla a mangiare qualcosa, fortunatamente ho fatto qualche lavoretto ultimamente prima di partire.°

Per rompere il ghiaccio samuel sorrise leggermente alla donna, che pareva oramai averlo preso di mira coi suoi molteplici sguardi fulminei.

“Le andrebbe di andare a mangiare qualcosa? Mi sembra alquanto stanca da un lungo viaggio.”
 
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666abraxas999
view post Posted on 9/12/2009, 00:42




Fingendosi sorpresa, spalancò leggermente gli occhi assumendo un'espressione di stupore.

"Oh, davvero? ti ringrazio, ma non vorrei sembrar scortese.."

Gesticolò un poco per poi far tipo l'imbarazzata, mordendosi il labbro inferiore.

"Ehehe..non pensavo fosse così premuroso, meglio di quanto sperassi, m'ha risparmiato un sacco d'inutili moine.."


Dopotutto, con i vestiti sembrava una comune ragazza, un po' in carne forse, ma nulla di che..certo, una ragazza con un giaccone maschile era rara, ma sapeva il fatto suo.

"Va bene, accetto, ma ad una sola condizione: che io ti offra da bere, d'accordo? Comunque, lascia che mi presento: Alina Retamoso, piacere di conoscerti." sorridette.



Girarono un po per le vie della città parlando del più e del meno, dopotutto voleva scoprire qualcosa in più sul ragazzo, ma era ben conscia che solo con lo stomaco pieno e qualche pinta in saccoccia sarebbe riuscita a cavargli qualcosa.

"Ecco, peso che questa possa andar bene" indicò la locanda I Tre Cinghiali.

Entraron e si sedettero in un angolo, poco lontano da una finestra, vicina all'uscita e con le spalle al muro.
Non c'era nulla da cui stare in guardia, ma le abitudini eran dure a morire.

"Scusami, non vorrei esser sgarbata, ma cosa ti porta qui? Non sei del luogo, l'ho capito dall'accen.."

BAAAAMM!!!

Un uomo piombò sopra il loro tavolino ribaltandolo.
In mano gli rimasero solo un piatto e la coppa con del vino rosso.
Con un cenno del copricapo,salutò Alina

"Madame...se permettete."

Gli prese il calice di mano rovesciandone il contenuto in faccia al suo avversario che, distratto, venne respinto con un calcio nei testicoli; allo stesso modo, prese il piatto e lo ruppe in testa ad una altro, facendolo poi volare dalla una finestra.

"Scusate la mia ineducazione, ma al momento son leggermente impegnato, a dopo, madame."detto questo, si rituffò nella rissa ch'avea creato.

Alina era leggermente basita.



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la rissa non l'ho descritta prima perchè alina era troppo impegnata a parlare per dargli retta.

lascia stare la descrizione fisica del tipo, i penso io,al massimo dagli dei vestiti
 
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alexspeedct
view post Posted on 15/12/2009, 22:22





"Oh, davvero? ti ringrazio, ma non vorrei sembrar scortese.."


La donna assumette un' espressione stupore ed imbarazzo allo stesso tempo.
Il giovane lo notava sopratutto dal continuo mordicchiare come quasi fosse un tic, il labbro inferiore

“La prego di accettare il mio invito cara signora non potrei mai vedere una tale bellezza quale è lei andare a spasso per le vie all'ora di pranzo e con lo stomaco vuoto”


"Va bene, accetto, ma ad una sola condizione: che io ti offra da bere, d'accordo? Comunque, lascia che mi presento: Alina Retamoso, piacere di conoscerti."


sorridette.


“Che sgarbato non mi sono presentato nemmeno io, e dire che mi sembra quasi come se ci conoscessimo da tempo, il mio nome è Samuel Damian Alrow, ma mi chiami semplicemente Samuel. Per quanto riguarda il drink, beh mi sta bene anche se diciamo non sono un' amante di questi liquidi, ma li gradisco volentieri da una nobildonna quale è lei.”


Samuel ricambio il sorriso della donna con un lieve accenno di felicità.

Dopo aver ammirato alcune viuzze e locande della cittadina e fermandosi a guardare anche qualche piccola bancarella di oggettini, i due si ritrovarono davanti alla locanda la quale la nobildonna aveva accennato in uno dei suoi grandi e lunghi discorsi, che Samuel pareva apprezzare tantissimo.

"Ecco, peso che questa possa andar bene"

La locanda pareva esternamente ben poco decorata ma l'aspetto esteriore per Samuel era ciò che contava meno in quel momento, era ben più decisivo il cibo e la conoscenza di questa donna approfonditamente.

Appena entrati Samuel però si corresse al pensiero dell'estetica esterna poiché sebbene, all'esterno pareva essere una bettola di poco conto, all'interno invece mostrava tutta la bellezza che avevano i saloni della borghesia dell'epoca mantenendo classe e sobrietà con gusto.
Grandi tende colorate e lavorate scendevano da bastoni in ferro battuto e ben lavorato, nota che probabilmente qualche abile maestro avesse avuto l'onere di arredare il luogo. Tavoli in legno pregiato si tenevano ben puliti cosìccome il bancone dei vini e degli alcolici nel quale vi erano bottiglie lustrate e di annate pregiate.

°Però, la ragazza qui sa il fatto suo a quanto vedo, spero che i prezzi e il cibo siano buoni come l'estetica altrimenti povero me.°

Mentre samuel pensava erano già seduti a parlare del più e del meno sino a quando la donna disse:

"Scusami, non vorrei esser sgarbata, ma cosa ti porta qui? Non sei del luogo, l'ho capito dall'accen.."

Stava per concludere ma non ebbe il tempo di farlo poiché da lì a poco sul loro tavolo piombò un uomo il quale ribaltò il tutto facendo finire le posate e vivande in terra. Quelle poche cose che rimasero le cominciò ad usare contro un'altro uomo il quale pareva parecchio arrabbiato verso l'individuo

"Madame...se permettete."


Egli prese il calice di mano alla donna rovesciandone il contenuto in faccia al suo avversario che, distratto, venne respinto con un calcio nei testicoli; allo stesso modo, prese il piatto e lo ruppe in testa ad una altro, facendolo poi volare dalla una finestra.

"Scusate la mia ineducazione, ma al momento son leggermente impegnato, a dopo, madame."


E si rigettò fra la mischia.

Samuel rimase sbalordito e così anche la ragazza.

Ad un certo punto Samuel perse però le staffe e cominciò ad urlare in modo energico attirando l'attenzione su di se.

“Come vi permettete voi luridi ignoranti che non siete altro a rovinare il pasto di quegli uomini che vengono qui per cercare un po' di pace dalle loro avventure? Smettetela o sarò costretto a fermarvi”

Un uomo fra i litiganti cominciò a ridere.

“Credi che tu piccolo novellino possa fermarci? Noi facciamo ciò che ci pare quando e dove vogliamo noi.”


Il ragazzo si alzò e si diresse verso l'individuo e con un lieve movimento roteò il busto e porto indietro la gamba per poi portarla avanti a velocità e piantando un calcio dritto al collo dell'individuo che cadde in terra tramortito. La gente rimase a bocca aperta

“State tranquilli l'ho solo addormentato. Non ne vale la pena uccidere uno come lui.”

Detto questo prese per mano la donna e disse.

“Mi spiace non essermene accorto subito di tale posto, andiamo via la porto in un luogo tranquillo.”

Detto questo si diresse verso l'uscita pagando solo quel poco che erano riusciti a mangiare.
 
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666abraxas999
view post Posted on 23/12/2009, 20:06




Non era confusa per il trambusto (o perlomeno, non solo per quello), più che altro per la sensazione che quell'uomo le suscitava..
Non laveva ma i visto, eppure le sembrava così famigliare..il viso così fino, i capelli rosso-scuro con delicati riflessi violacei, il fisico longilineo ma scattante...poi, il tono di voce, così caldo e profondo l'ammaliava quasi fosse magia...

Dopo la prima baraonda, il ragazzo che l'accompagnava s'inalberò, mettendo al tappeto uno degli aggressori in men che non si dica.

"Ah però, ci sa fare il ragazzino, eh!"

Poi la prese per mano e la trascinò verso l'uscita.

"E no ! Voglio vederci chiaro qua!"

Con uno strattone si liberò dalal presa e si diresse verso il tipo piovuto sul tavolo, ch'era di spalle.

" EHY TU BELLIMBUSTO ! chi diavolo sei per rovin..."

Neanche il tempo di poggiargli la mano sulla spalla destra, che questi scattò di lato piantando una gomitata al fegato di Alina, che deviò all'ultimo istante, senza riuscire, comunque , ad evitare un diretto al volto, che si fermò all'ultimo istante.

" MACCHEDDIAV..!! "

"Ah, è lei Madame, chiedo venia. La pregherei di non sorprender la gente alle spalle, la prossima volta."

Dopodichè, prese un altro piatto e lo spaccò in testa ad un assalitore, al contempo Alina prese il tavolo su cui era posato il piatto e lo scaraventò addosso ad altri tre nemici.

"Vedo che ci sa fare, Signorina!"

"Maporc... ora ci son dentro pure io! Allora mi spieghi perchè ce l'hanno con te?!"

"A dopo le chiacchere. Prima cerchiam di uscire da qui!"

Detto questo, andò verso l'uscita della locanda.

"Samuel ! Seguiamolo!"



Usciti dal locale, il tipo in questione prima cercò di confondersi tra la folla immersa nella via principale, poi cominciò a trascinarsi tra le viuzze del paese cercando di far perdere le proprie tracce: era in gamba, ma a quanto pare non quanto loro due.
Samuel la stava sorprendendo ancora: lei seguiva più che latro l'odore ed il tichettare degli stivali sui ciotoli, abituata com'era alla foresta, ma anche il raggazzo non era da meno; a quanto pare, era davvero membro di una qualche setta di assassini.

Alla fine sbucarono in una sorta di piazzale a forma di semicerchio, su cui cadeva evidentemente il deposito di una taverna, a giudicare dalle casse poggiate a diversi muri.



spiazzale by ~jack-abraxas on deviantART


"Embè? Dov'è finito?"

Neanche il tempo di parlare, che si ritrovò con una sciabola puntata alla gola.

Con un cenno della mano, invitò Samuel a restare calmo.

"Mi anche ero scordato di dirle, alla locanda, di intromettersi negli affari degli altri."

"ah, ma questa è la mia specialità."

L'uomo cambiò espressione.

"C'è poco da scherzarci su, donna. Ma visto che voglia di dar aria alla bocca, ora mi dici perchè mi seguivate, o siete solo due che si son trovati nel posto giusto ma al momento sbagliato?"

Alina sentì la punta della sciabola premere contro la gola.

Ehm.. veramente è così.."

L'uomo fece una piccola risata.

"Eheheh..divertente..

poi, con viso truce,

"Ora, o mi dite cosa volete da me, o v farò rimpiangere d'aver messo piede in questa città."

In lontanaza, si sentiron i tonfi sul selciato di innumerevoli passi provenire da tutte le direzioni.

"Approfondiremo più tardi la nostra conversazione, ora, se non le dispiace, avrei da fare."

e sgattaiolò in una delle viuzze, per poi tornare poco dopo con una spada puntata contro.

"Sapete Madame, ci ho ripensato."

In poco tempo si trovaron circondati, con tutte le vie di fuga ostruite dai nemici.

"Ora, ci vuoi dire una volta per tutte chi son questi qui e perchè ce l'han con te?"

"Questo è un tutore dell'ordine" indicò il tipo davanti a sè "e quelli alla locanda e questi son i miei creditori." disse sorridendo.

Edited by 666abraxas999 - 24/12/2009, 20:43
 
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alexspeedct
view post Posted on 6/1/2010, 23:30




Dopo tutto il trambusto accaduto alla locanda, la donna decise di approfondire la situazione che aveva generato quel caos e quindi si mise assieme a Samuel a pedinare l'uomo, che cercava di far perdere le proprie tracce, come se avesse qualcosa di importante da nascondere

°Questo tipo non mi convince, Alina vuole seguirlo, ma siamo sicuri che non succederà nulla di preoccupante?°

Mentre pensava ciò scrutava attentamente la gente che indaffarata non si accorgeva nemmeno di qualche spintone di troppo che ricevevano. Samuel cercava di accontentare Alina puntando dritto sulla sua preda come gli avevano insegnato tempo addietro. Grazie alla brezza riusciva a sentire il profumo emanato da ogni persona, che ovviamente aveva una fragranza diversa, più o meno sgradevole a seconda dell'individuo. L'uomo aveva una fragranza molto particolare, quasi orientale, anche se non sembrava tale.

Poco dopo la donna e il giovane si ritrovarono in uno spiazzale semicircolare e con molta delicatezza si guardavano intorno uno poggiato alle spalle dell'altro.
Ad un certo punto però un ombra distolse Samuel dall'obbiettivo allontanandosi quel poco che bastava all'uomo di prendere Alina e puntarle una sciabola alla gola.

°Oh diamine, maledetto°


Samuel stava per sfilare i katar

“Lasciala stare farabutto!”

Ma Alina le disse con un cenno di lasciarlo fare e di calmarsi così allora le ripose tenendo sempre la guardia alta.

L'uomo ovviamente chiese spiegazioni che nessuno dei due poteva dargli.
Il perché lo avevano seguito non lo sapevano nemmeno loro, eccetto lo scoprire chi fosse.
Subito dopo si sentirono molteplici passi a grande velocità provenire verso di loro.
L'uomo lasciò subito Alina liberandola dalla morsa e con una sorta di moina li salutò, per poi tornare subito dopo con una lama affilata puntata contro.

Alina chiese immediatamente

"Ora, ci vuoi dire una volta per tutte chi son questi qui e perchè ce l'han con te?"

"Questo è un tutore dell'ordine" indicò il tipo davanti a sè "e quelli alla locanda e questi son i miei creditori." disse sorridendo.

Samuel rimase sbalordito. Non gli era mai capitato di cacciarsi nei guai con la legge.

“Mah, non ti piaceva andare a lavorare piuttosto che fare debiti su debiti?”

Si sentì subito puntata una lama alle spalle


“Fermo subito! Dicci chi sei”


Il giovane non poteva reagire, non poteva infrangere una legge per qualcosa che non aveva fatto,

“Messere...noi..eravamo qui per caso”

Fece un segno ad Alina con l'occhio destro come per dire di trovare una scusa.

°Speriamo abbia intuito.°


 
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666abraxas999
view post Posted on 11/1/2010, 00:28




La situazione stava prendendo una strana piega.

Prima inseguiva quello strano uomo, poi si ritrova la sua arma contro, per poi esser circondata da una guarnigione di soldati.

"NO... COME QUELLA VOLTA NO..."

Cominciò a sudare freddo, ma cercò di mantener la calma.

Giustamente il nuovo compagno aveva da ridire, ma non se la sentiva di condannare a quel tipo..

"Eh, sai com'è, quando si è uno spirito libero.."

Ok, ora se la sentiva.

“Fermo subito! Dicci chi sei”

“Messere...noi..eravamo qui per caso”

"Dice il vero, Vossia. Eravam alla locanda a consumar un pasto caldo quando ci ritrovammo invischiati questa faccenda."

"Ma se tu gli hai dato man forte con tavoli e pugni che neanche uno scaricatore di porto!"
"Ti abbiamo vista che lo seguivi fuori dalla locanda! Sei una sua complice!"

"Dettagli Signori, dettagli... questo marrano qui mi ha derubato dei poch spicciol rimastomi dopo un lungo viaggio! Ho o non ho il diritto di riaverli!?"

"Ehi..piano coi complimenti."

"Zitto tu."

Ovviamente, alcuni di loro mangiaron subito la foglia, e non esitaron a convincer i commilitoni della loro idea.

"Adesso ci seguirete alla caserma e li epureremo le vostre ragioni. Ehehe.."

Alina e l'uomo misterioso dissero in coro:

"NON SE NE PARLA!"

Alina assestò un calcio al petto di una guardia, facendola capottare contro i sui colleghi e buttandone a terra una cinquna; mantre l'uomo, con degli abili colpi di spada, delibitò altri quattro avversari.

"Piano Signorina! Non dobbiam certo ucciderli! Crea piuttosto una vvia di fuga!"

Ed Alina continuò a farsi largo a suon di calci, pugni e casse di legno prese dalla strada.


SPOILER (click to view)
ci son sette vie d'accesso a questo spiazzale, due frontali come si vede nel disegno e cinque lungo il lato ricurvo
 
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alexspeedct
view post Posted on 23/1/2010, 16:25




La comprensione di Alina nel gesto di Samuel col quale le indicò di trovare una scusa di certo non fu delle migliori di fatto anziché trovare una scusa si gettò in un combattimento continuo e altalenante.

°Oh diamine ma come ci sono finito qui dentro.°

Samuel si ritrovò subito addosso un commilitone che venne colpito da Alina con uno dei suoi fenomenali calci.

“Diamine ci sai fare a quanto vedo! Dov'è che hai imparato tutte queste “buone maniere”?”


Il ragazzo rimase sbalordito.

“Comunque sia ora che siamo in ballo dobbiamo ballare!”

Afferrò un soldato per le braccia e con decisione gli sferrò un pugno al costato sperando che questi non fosse tanto abile da resistergli.

“Dolce Ali, credo che dovremmo farci strada molto velocemente ed uscire da questo vicolo”

Samuel prese di mano la situazione e dopo che Alina ebbe fatto un po' di largo la afferrò con la mano sinistra per il braccio e si mise a correre quanto più possibile imboccando la prima strada che si trovava davanti,la prima che vide con accanto delle casse di legno che probabilmente contenevano una volta della frutta. A seguito dei due vi era anche l'uomo con il quale prima avevano battibeccato.

“Tu che diamine vuoi da noi? Perchè ci segui ancora?”

Edited by alexspeedct - 23/1/2010, 16:41
 
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666abraxas999
view post Posted on 11/2/2010, 13:28




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Alina

Uomo Misterioso

Samuel nel post di Alina





“Diamine ci sai fare a quanto vedo! Dov'è che hai imparato tutte queste “buone maniere”?”

"Esperienza, bello, esperienza!"

Dopo essersi districati, scapparon da una viuzza frontale che sboccava in un corso; lì cercaron di confondersi tra la folla e si accorsero che stavolta eran loro ad esser seguiti.

"Eccoli là! Fermateli!"

Le guardie li aven trovati!

Allora, l'uomo indicò loro una traversa, rifugianfosi all'interno di un'abitazione.
Di lì a poco sopraggiunsero le milizie, chiedendo informazioni ai vari inquilini; arrivati alla loro, una ragazzina disse loro di controllare in un'altra via, dopo l'angolo.



"Ahh.. l'abbiamo scampata bella. M auna volta per tutte, mi spiegate chi diavolo siete?"

"Son una semplice viaggiatrice che si stava per ripinzare alla locanda, lui non lo so, mi seguiva..."

"Poi glielo chiedo. Seguire, seguire seguire...perchè facevate lo stesso con me?"

"perchè ci hai tirato in mezzo ad una rissa.."
"Veramente ti ci sei messa da sola."
"Non interrompere. Dicevo, perchè mi hai trascinata in quella rissa e perchè sì."

"Che risposta sarebbe perchè sì"?"

"Bhe, ho agito d'istinto, sapevo solo che dovevo seguirti, tutto qua."

L'uomo poggiò il viso sul palmo della mano.

"Oh mio dio... ma chi mi è capitato.."

disse sconsolato.

Poi sospirò.

"Comunque, dato i trascorsi di poco fa, è bene presentarci. Io son Federico, della casata degli Sforza, di Milano. E voi? Ho notato che ve la sapete cavare, immagino siate dei mercenari o qualcosa di simile."

"Mi chiamo Alina Retamoso e , al momento, son una semplice avventuriera, anche se in passato fui una mercenaria, assoldata anche dal tuo casato, se ben ricordo."

La ragazza si girò verso il ragazzo in attesa di risposta.
 
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view post Posted on 11/2/2010, 19:44
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Eroe in vendita ; Cattivo Esempio

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Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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Renzo, dopo quella brutta serata in cui Elettra era tornata ad Alesund infortunata, decise di ritirarsi nelle sue stanze per riflettere cosa gli prendesse: ultimamente provava una strana situazione di inquietudine che lo faceva sentire male e che non smetteva di metterlo a disagio con gli altri, soprattutto con i nuovi compagni.

Renzo si sdraiò a pancia all'aria sul suo grande e comodo letto, frutto della sua smania di vivere nel lusso ora che le sue entrate (grazie a Dalkia) glielo permettevano e (Incrociando gambe, intrecciando dita e potandosi il grande cappello verde a coprirgli il volto) cominciò a pensare.
Era da tanto che non gli capitava. Concentrarsi e fare un'analisi personale di se stesso ultimamente gli sembrava l'ultimo dei suo problemi ma, a quanto gli parve più avanti gli fu molto utile.

Iniziò a chiedersì quando avesse cominciato a fare dei pensieri così deleteri per la sua autostima e provò un pò a ricordarsi a grandi linee gli eventi che avevano segnato sia la sua vita che la sua carrierà.

Arrivò a pensare a quanto gli era inizialmente dispiaciuto lasciare tutti quelli su al villaggio, giovani e vecchi tutti suoi amici, (sebbene si fosse sempre vantato di non aver bisogno di nessuno, in quanto autosufficiente)per unirsi a quelli di Grandall.
Inizialmente poco convinto di stringere particolari amicizie, si sorprese di come andò avanti la situazione.
Via via dopo ogni avventura, lui e i suoi compagni avevano condiviso un pò di complicità e, nolenti o volenti, si erano trovato alla fine amici, oltre che colleghi.

L'assedio alla città maledetta, Ostrheinsburg, l'arena, la setta degli eretici di Fygul Cestemus, il complotto (purtropp fallito) contro i mercenari del vento nero e il breve incontro con i nuovi compagni. E c'erano molte altre cose da fare e missioni che Luna avrebbe dato a lui e agli altri.
Lentamente, quella gente si era sostuita alla sua vera famiglia, sia quella vera, dimenticata da tempo (genitori e fratelli maggiori), sia quella che si era fatta pian piano nella sua nuova casa al villaggio.

Forse era questo quello che mancava a Renzo. Ci pensò un attimo, cercando magari di illudersi, ma non ci riuscì.
Ciò che lo disturbava era quello di essere sempre un estraneo in quel mondo che cambiava. Sempre più inutile, sempre più inetto.

°Ciò che mi serve forse è un pò di azione vecchio stile. Basta fare il manichino contro i mostri di tutti i tipi e gli schizzati a causa di Soul Edge. Massì...°


Fu così che Renzo si era di nuvo messo all'opera. Pescato qualche richiesta di lavoro interessante nel grosso scatolone che aveva vicino al letto, contenente la posta con le proposte di lavoro "scartate", l'uomo fece i bagagli e raggiunse la città danese di Aalborg con la prima nave che si dirigeva presso quella meta.

Con la sua vecchia tenuta, camicia verde, pantaloni e gilé di cuoio, l'uomo scese dalla nave per ritrovarsi nel porto cittadino.
Qui, suo primo intento era quello di incontrare le guardie per ricevere le prime indicazioni del caso.
La sua preda non era originaria del luogo, (il suo nome lo suggeriva chiaramente) ma dato che una volta accettato il caso ricevette una lettera dei suoi committenti che indicavano quella città, vi si diresse subito.

Renzo sperava che questi potessero aver riconosciuto l'uomo che cercava ed era già pronto a porger loro l'avviso di taglia ma, non appena l'uomo provò ad avvicinarsi alle prime due che incontrò, queste non lo degnarono nemmeno di uno sguardo, in quanto occupate a correre verso il centro(o almeno sembrava così, dato la strada che avevano subito imboccato, lasciando il porto.

Renzo incrociò le braccia, senza dir nulla di offensivo, benchè qualcosa in effetti la pensava.
Piuttosto penso a chi fosse il personaggio così fastidioso da preoccupare le guardie.
Poi fece due più due.
Subito dopo, fece scendere le braccia lungo i fianchi e dopo qualche passo, cominciò a correre.
Probabilmente, a dare fastidio era il tizio che stava inseguendo.
Renzo sorrise come non faceva da tempo.
Dopo tanto tempo, qui ad Aalborg la caccia aveva inizio.
 
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alexspeedct
view post Posted on 11/2/2010, 21:46




Avevano seminato le guardie per un paio di secondi nascondendosi in una piccola abitazione vicino alla piazza, e dopo essersi scambiati pensieri reciproci sulla faccenda cominciarono le presentazioni

"Comunque, dato i trascorsi di poco fa, è bene presentarci. Io son Federico, della casata degli Sforza, di Milano. E voi? Ho notato che ve la sapete cavare, immagino siate dei mercenari o qualcosa di simile."

Disse l’uomo con aria altezzosa

° Federico Sforza, un nobile di famiglia milanese, a quanto ne so è un cardinale della Chiesa di Roma, ma che diamine ci farà mai qui? Fermo restando che sia lui e non un suo lontano parente o un impostore°
Continuava a fissare i due che prima avevano discusso animatamente.

"Mi chiamo Alina Retamoso e , al momento, son una semplice avventuriera, anche se in passato fui una mercenaria, assoldata anche dal tuo casato, se ben ricordo."


La donna non esitò a presentarsi con tanto di schiettezza, dopodiché guardava intensamente Samuel

“Credo che tocchi a me fare le presentazioni, bene, sono il Conte Samuel Damian Alrow, e tu invece Sforza, toglimi un dubbio…”


Il giovane stette in silenzio dopodiché cominciò nuovamente a parlare guardando fisso gli occhi dello Sforza

“Sei veramente chi dici di essere? Il Federico Sforza che conosco io è un cardinale della Chiesa di Roma. Allora sei tu o sei solo un suo parente o solo un vile impostore che cerca di infangare il buon nome della casata? ”

Samuel continuava a rivolgere lo sguardo puntato dritto su Federico, non curandosi di Alina ne della vicina ondata di soldati che poteva avvicinarsi.

“Spiegaci allora la tua storia mio caro Federico.”


Edited by alexspeedct - 11/2/2010, 22:16
 
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666abraxas999
view post Posted on 12/2/2010, 00:55




"Conte? Tu? Ma non farmi ridere! Se tu sei un nobilotto io son il rampollo di un grandissimo casato! Ahahah!"

Rise sguaiatamente, poi, con un'espressione tra lo stranito ed il curioso, dise in tono semiserio avvicinando il viso al suo:

"Senti, mi pare difficile crederti, mi sai più di semplice ragazzino, magari bravo con le armi, ma comunque un ragazzino."

riallonatantosi e stravaccatosi sulla sedia:

"Ma tutto è possibile. Io son federico Sforza e, si, in famiglia vi è un mio omonimo con cui non ho nulla a che fare, a parte la passione per le bella ragazze..che non sei tu."

indicò Alina sorridendo.

"Uo caca.."

"Fine la ragazza, ne?"

disse al Samuel indicandola; poi, rigiratosi:

"Retamoso hai detto...? Che io sappia, il ramo principale si è estinto secoli orsono, ed a d essa son legate varie leggende, tra cui una riguardante una spada rosso sangue, dei desideri, delle passioni, del dolore..la Wishy sword.."

Alina ebbe un breve sussulto.

"Ma di che diavolo sta parlando...?"
"Mi dispiace, non ne so nulla. Ero una semplice contadina che non ha nulla a che vedere con quel casato e quella strana arma."
"Ma se è vero ciò che dice...allora com'è possibile...semplice antiquario?"
"piuttosto, te hai un volto famigliare, per questo ti seguito. Non ci sarem già visti da qualche altra parte?"

"Eh si, me lo dicon in tanti, sembro tale quale a Michelangelo Merisi..."
"Chi?"
"Caravaggio."
"Ah. In effetti..."

Si guardò in giro cercando una via d'uscita.

"Bhe, io mi vado a stravaccare su qualcosa di morbido, son giorni che viaggio ed ho tutto il corpo indolenzito..."

si stiracchiò per fare scena.

"Aspetta un attimo."

Fulmineo, estraè da una tasca una scatoletta rivestita in velluto rosso, con arabeschi sopra; la apri delicatamente, mostrando dei lunghi e finissimi aghi.

"Con questi, posso alleviare le tue sofferenze su vorrai. Lo stesso vale per te ragazzino."

Entrambi, saliron le scale in legno che portavan alla camera da letto, facendo scricchiolare le assi ad ogni passo.




In camera, Alina si spogliò del giaccone ed accessori vari rimanendo in camicetta e pantaloni.

"Ehy, che ci fai qui, in teoria dovrei riposare."
"Zitta e spogliati."
"EH!?
"Come vuoi che li usi 'sti aghi secondo te?"
"Stai accura, potrei esser tua madre."
"In quel caso sarei spacciato."
"Cerca me c'ha finisci."
"Aridaje...spogliati e non rompere."




Forse era l'effetto dell'ago puntura, forse la voce calda di quell'uomo, sta di fatto che Alina si sentiva suo agio come non le capitava da tempo e cominciò a confidarsi un po' con lui.

"Ma senti, mi spieghi che ci fai qui? Non mi pare tu possa avere dei risvolti economici qui."
"In realtà son in viaggio da alcuni anni. E' un alunga storia, sappi solo che devo lavare il disonore dal buon nome della mia famiglia trovando la fantomatica Spada dello Spirito."
"Eccone un altro.."
"Come scusa?"
"No, nulla,continua."
"Ti ho sentito eh. Comunque, dicevo, son in viaggio per trovare questa spada, ma in realtà non me ne importa nulla nè della spada, ne del buon nome della famiglia. Quello era un riavle e se non ero io era lui. Sono qui che godo la vita tra vino, donne e gico d'azzardo. Proprio come il Caravaggio."
"Guarda, ti sta perfetto."
"Anche se, in realtà, un piccolo desiderio ce l'avrei: trovare e sfidare la temuta Red Reaver, la mietitrice dei campi di battaglia."

Alina sgranò gli occhi.

"Mai sentito parlarne? Io son cresciuto ascoltando le sue gesta, ammirandola per il coraggio e la forza.. cioè, una donna, guerriera..ma ti rendi conto?...ma questi son sono i sogni di una ragazzino, scusami."
"No dai continua, la cosa m'interessa."
Dicevo: mi iacerebbe incontrarla, solo che da diversi anni oramai sembrava scomparsa nel nulla. Da qualche tempo invece,sembra sia tornata un'altra donna, anch'essa con un'armatura rossa ed un'arma simile, se non identica. Son curioso di saper chi sia questa nuova venuta, e saggiarne le capacità."
"Credo che non avrai grosse difficoltà a fronteggiarle, data le tua abilità."
"Tu dici?"
"Fidati, di scontri me ne intendo."
"L'avevo dedotto, hai una quantità impressionante di cicatrici..ma che diavolo hai fatto fin'ora?"

I due continuaron a discorrere ancora un poco, fino a quando la ragzza non si appisolò sotto gli effetti benefici di quella strana terapia.

Edited by 666abraxas999 - 12/2/2010, 01:32
 
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view post Posted on 12/2/2010, 15:19
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Eroe in vendita ; Cattivo Esempio

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Un paio di spiccioli potrebbero farmelo ricordare 8D

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Seguendo i gendarmi di Aalbrog, Renzo raggiunse uno spiazzale del centro cittadino.
Renzo si grattò il capo, sorpreso a causa della scena a cui toccava assistere.
Anzichè per arrestare dei delinquenti, quei soldati erano giunti in quella piazza per soccorrere alcuni loro compagni.

Il cacciatore si accostò ai due che aveva visto prima al porto e che aveva seguito, mentre questi davano il soccorso ai feriti.

-E' forse passato un uragano qui, signori?-


Fu ironico, mentre le sue iridi continuavano a guardare il macello che regnava sovrano in quella piazza. Soldati distesi a terra storditi, casse di legno sfasciate qua e la e la gente che, assistendo alla scena, sembrava alquanto scossa.
Le forze dell'ordine se l'erano davvero vista brutta in quei minuti.

Appena se ne vanno, ne arrivano
altri! Vuoi cercare briga pure tu, straniero!?


Urlò il soldato che si era appena ripreso, aiutato dai suoi commilitoni.
Renzo porse davanti a se le sue mani, spalancate come ad allontanare l'idea e, soprattutto, per cercare di dimostrare di essere li con buone intenzioni.

-Mah, qui vedo che ve ne hanno date abbastanza...- mormorò -Comunque, io non ho intenzioni malvagie. Sono un cacciatore di taglie e, per quanto possa valere, posso darvi una mano. Spiegatemi chi vi ha ridotto così... -



Chiese, tornando serio. Ai soldati non sembrò interessare però: appena si qualificò come cacciatore di taglie questi storsero la bocca, visibilmente scocciato.

Ci mancava il cacciatore di teste...

Bofonchiò qualcuno da lontano, convinto di non essere udito. Purtroppo per loro, Renzo ci sentì benissimo.
Preferì però non ripetere lo spettaccolo delle persone che molto probabilmente stava inseguendo. Si mise le mani in tasca e stette per andarsene.
Sapeva che il suo lavoro non era considerato da tutti assai onesto e soprattutto non gli piaceva discutere o attaccar briga con chi per un nonnulla avrebbe potuto sbatterlo al fresco.
In casa d'altri era meglio non fare la voce grossa, nemmeno se chi ti ospita meriterebbe di essere strigliato per bene.

-Molto bene, anzi, benissimo. Vedrò allora di fare tutto da solo, signori.-



Replicò soltanto, come unica soddisfazione, mentre imboccava una delle sette vie che collegava quella porzione di abitato col resto della città.
Come risposta, i soldati in buone condizioni cominciarono a ridere a crepapelle, convinti che quella del ventenne era solamente un'affermazione dettata dall'arroganza.

Sì, ti vogliamo vedere! Tu da solo contro quei tre invasati. Vediamo in quanti pezzi la guardia cittadina ti troverà domani! Ahahahah!

Erano dunque in tre. Renzo si fermò. Lentamente, girò il capo verso chi aveva rivelato il numero degli assalitori. I suoi occhi azzurri erano ben chiari da sotto l'ombra prodotta dal suo cappello verde.

-Dite che quelli mi ammazzano? Vedete, io sono un pò schizzato... Che ne dite se scommettete su come va a finrie la storia.-



Ghignò, calandosi nella parte del matto e lasciando intedetti i soldati. Dopo un breve attimo di silenzio generale, questi si guardarono a vicenda. Fecero una piccola smorfia di ilarità e tornarono nuovamente a ridere, chi addirittura più forte di prima.

Ci pigli per il culo, piccolo bastardello venuto da chissà dove? Non ci crediamo che sei così matto!

Erano ancora diffidenti. Renzo sapeva che se gli fosse successo qualsiasi cosa, non avendo cittadinanza, loro non avrebbero mai risposto del suo omicidio.

Renzo fischiò.

E con quella bocca baci tua madre? Comunque, sì, non ho paura di questi furfanti. Se volete scommettete pure se mi bruciano vivo o se mi fanno a tocchetti. Ma dato che con voi non hanno fatto granchè... Comunque a me interessano unicamente teste su cui c'è scritto oltre al loro nome una cifra su un volantino.



Voleva una descrizione, e la ricevette. Un'uomo ben impostato, dalla carnagione normale e dai capelli rosso scuro. Un altro che aveva lineamenti orientali e i capelli biondi molto chiari, da sembrare quasi bianchi (probabilmente un meticcio) e sulla cui fronte era tatuata una stella nera. La terza descrizione, neanche a dirlo, fu quella che più lasciò di stucco Renzo, in quanto rispecchiava perfettamente le sembianze di una vecchia, onnipresente e ostinata conoscienza.
La donna muscolosa, dai capelli rossi che con un grosso ciuffo nascondevano l'orbita sinistra e dall'innaturale carnagione bianca sembrava proprio Alina.

°Sta seriamente diventando una palla al piede quella. E ora si è fatta pure due nuovi amichetti.°



Pensò, sapendo che esclamare una cosa simile a voce anche bassa poteva esporlo al pericolo.
Renzo fece sprofondare ancora più in basso le sue mani all'interno delle tasche mentre, sempre più curvo e buio, seguiva il corso gremito di gente indicato dalle guardi, intenti a raccimolare le puntate per la scommessa.

Probabilmente se avesse portato con se il suo falco avrebbe sveltito il lavoro. "ma in fin dei conti non sarebbe stato utile più di tanto" aveva pensato subito dopo. Se avesse portato davvero il suo volatile, questo non avrebbe avuto difficoltà a scovare Alina(se era davvero lei) dall'alto.
Della persona di cui doveva occuparsi, i suoi committenti non gli avevano dato nemmeno il più misero ritratto a carboncino.
Si erano unicamente sprecati a riferirgli il nome e le sue origini, italiane tra l'altro.
Furono proprio questi elementi a far insospettire Renzo, soprattutto perchè si chiese cosa ci faceva lì in quel momento una tale figura.
Piuttosto, se quelle persone sapevano dove si trovasse, con tutta probabilità lo avevano già inseguito, senza però alcun successo.

Renzo si fermò di fronte alle numerose biforcazioni con cui il corso terminava. Queste circodavano numerose vecchie case e molti gendarmi vi giravano attorno per trovare qualche indizio su dove si fossero rifugiati i due.
Con tutta probabilità ci erano andati vicino: dovevano trovarsi nei dintorni, in quanto era impossibile far volatilizzare tre personaggi con delle parvenze così particolari.

Aguzzò la vista, nella speranza di trovare qualche indizio che testimoniasse il passaggio della sua preda, ma queste subito si rivelarono praticamentente inesistenti, coperte com'erano dai "segni di passaggio" di tutti i cittadini che rendevano confuso quel tratto di strada.
Un delitto si sarebbe potutto consumare facilmente e senza problemi pure alla luce del giorno, in quei sudici angoli di strada.

Sospirando, all'uomo gli convenne cercare un punto dove avrebbe potuto perlustrare tutte le case, magari qualche terrazza dove fosse possibile scorgere qualche segno di vita all'interno delle finestre delle case abbandonate. Sperando che non ve ne fossero molte, cominciò ad arrampicarsi sul primo terrazzo che vide.
Preferiva fare il cacciatore equlibrista piuttosto che quello che attendeva dopo lunghe ore le sue prede.
In quella caotica città, dove il più piccolo anfratto permetteva la fuga, non era affatto producente.
 
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