Seguendo i gendarmi di Aalbrog, Renzo raggiunse uno spiazzale del centro cittadino.
Renzo si grattò il capo, sorpreso a causa della scena a cui toccava assistere.
Anzichè per arrestare dei delinquenti, quei soldati erano giunti in quella piazza per soccorrere alcuni loro compagni.
Il cacciatore si accostò ai due che aveva visto prima al porto e che aveva seguito, mentre questi davano il soccorso ai feriti.
-E' forse passato un uragano qui, signori?-
Fu ironico, mentre le sue iridi continuavano a guardare il macello che regnava sovrano in quella piazza. Soldati distesi a terra storditi, casse di legno sfasciate qua e la e la gente che, assistendo alla scena, sembrava alquanto scossa.
Le forze dell'ordine se l'erano davvero vista brutta in quei minuti.
Appena se ne vanno, ne arrivano
altri! Vuoi cercare briga pure tu, straniero!?Urlò il soldato che si era appena ripreso, aiutato dai suoi commilitoni.
Renzo porse davanti a se le sue mani, spalancate come ad allontanare l'idea e, soprattutto, per cercare di dimostrare di essere li con buone intenzioni.
-Mah, qui vedo che ve ne hanno date abbastanza...- mormorò -Comunque, io non ho intenzioni malvagie. Sono un cacciatore di taglie e, per quanto possa valere, posso darvi una mano. Spiegatemi chi vi ha ridotto così... -
Chiese, tornando serio. Ai soldati non sembrò interessare però: appena si qualificò come cacciatore di taglie questi storsero la bocca, visibilmente scocciato.
Ci mancava il cacciatore di teste...Bofonchiò qualcuno da lontano, convinto di non essere udito. Purtroppo per loro, Renzo ci sentì benissimo.
Preferì però non ripetere lo spettaccolo delle persone che molto probabilmente stava inseguendo. Si mise le mani in tasca e stette per andarsene.
Sapeva che il suo lavoro non era considerato da tutti assai onesto e soprattutto non gli piaceva discutere o attaccar briga con chi per un nonnulla avrebbe potuto sbatterlo al fresco.
In casa d'altri era meglio non fare la voce grossa, nemmeno se chi ti ospita meriterebbe di essere strigliato per bene.
-Molto bene, anzi, benissimo. Vedrò allora di fare tutto da solo, signori.-
Replicò soltanto, come unica soddisfazione, mentre imboccava una delle sette vie che collegava quella porzione di abitato col resto della città.
Come risposta, i soldati in buone condizioni cominciarono a ridere a crepapelle, convinti che quella del ventenne era solamente un'affermazione dettata dall'arroganza.
Sì, ti vogliamo vedere! Tu da solo contro quei tre invasati. Vediamo in quanti pezzi la guardia cittadina ti troverà domani! Ahahahah!Erano dunque in tre. Renzo si fermò. Lentamente, girò il capo verso chi aveva rivelato il numero degli assalitori. I suoi occhi azzurri erano ben chiari da sotto l'ombra prodotta dal suo cappello verde.
-Dite che quelli mi ammazzano? Vedete, io sono un pò schizzato... Che ne dite se scommettete su come va a finrie la storia.-
Ghignò, calandosi nella parte del matto e lasciando intedetti i soldati. Dopo un breve attimo di silenzio generale, questi si guardarono a vicenda. Fecero una piccola smorfia di ilarità e tornarono nuovamente a ridere, chi addirittura più forte di prima.
Ci pigli per il culo, piccolo bastardello venuto da chissà dove? Non ci crediamo che sei così matto!Erano ancora diffidenti. Renzo sapeva che se gli fosse successo qualsiasi cosa, non avendo cittadinanza, loro non avrebbero mai risposto del suo omicidio.
Renzo fischiò.
E con quella bocca baci tua madre? Comunque, sì, non ho paura di questi furfanti. Se volete scommettete pure se mi bruciano vivo o se mi fanno a tocchetti. Ma dato che con voi non hanno fatto granchè... Comunque a me interessano unicamente teste su cui c'è scritto oltre al loro nome una cifra su un volantino.
Voleva una descrizione, e la ricevette. Un'uomo ben impostato, dalla carnagione normale e dai capelli rosso scuro. Un altro che aveva lineamenti orientali e i capelli biondi molto chiari, da sembrare quasi bianchi (probabilmente un meticcio) e sulla cui fronte era tatuata una stella nera. La terza descrizione, neanche a dirlo, fu quella che più lasciò di stucco Renzo, in quanto rispecchiava perfettamente le sembianze di una vecchia, onnipresente e ostinata conoscienza.
La donna muscolosa, dai capelli rossi che con un grosso ciuffo nascondevano l'orbita sinistra e dall'innaturale carnagione bianca sembrava proprio Alina.
°Sta seriamente diventando una palla al piede quella. E ora si è fatta pure due nuovi amichetti.°
Pensò, sapendo che esclamare una cosa simile a voce anche bassa poteva esporlo al pericolo.
Renzo fece sprofondare ancora più in basso le sue mani all'interno delle tasche mentre, sempre più curvo e buio, seguiva il corso gremito di gente indicato dalle guardi, intenti a raccimolare le puntate per la scommessa.
Probabilmente se avesse portato con se il suo falco avrebbe sveltito il lavoro. "ma in fin dei conti non sarebbe stato utile più di tanto" aveva pensato subito dopo. Se avesse portato davvero il suo volatile, questo non avrebbe avuto difficoltà a scovare Alina(se era davvero lei) dall'alto.
Della persona di cui doveva occuparsi, i suoi committenti non gli avevano dato nemmeno il più misero ritratto a carboncino.
Si erano unicamente sprecati a riferirgli il nome e le sue origini, italiane tra l'altro.
Furono proprio questi elementi a far insospettire Renzo, soprattutto perchè si chiese cosa ci faceva lì in quel momento una tale figura.
Piuttosto, se quelle persone sapevano dove si trovasse, con tutta probabilità lo avevano già inseguito, senza però alcun successo.
Renzo si fermò di fronte alle numerose biforcazioni con cui il corso terminava. Queste circodavano numerose vecchie case e molti gendarmi vi giravano attorno per trovare qualche indizio su dove si fossero rifugiati i due.
Con tutta probabilità ci erano andati vicino: dovevano trovarsi nei dintorni, in quanto era impossibile far volatilizzare tre personaggi con delle parvenze così particolari.
Aguzzò la vista, nella speranza di trovare qualche indizio che testimoniasse il passaggio della sua preda, ma queste subito si rivelarono praticamentente inesistenti, coperte com'erano dai "segni di passaggio" di tutti i cittadini che rendevano confuso quel tratto di strada.
Un delitto si sarebbe potutto consumare facilmente e senza problemi pure alla luce del giorno, in quei sudici angoli di strada.
Sospirando, all'uomo gli convenne cercare un punto dove avrebbe potuto perlustrare tutte le case, magari qualche terrazza dove fosse possibile scorgere qualche segno di vita all'interno delle finestre delle case abbandonate. Sperando che non ve ne fossero molte, cominciò ad arrampicarsi sul primo terrazzo che vide.
Preferiva fare il cacciatore equlibrista piuttosto che quello che attendeva dopo lunghe ore le sue prede.
In quella caotica città, dove il più piccolo anfratto permetteva la fuga, non era affatto producente.